Marco Papa, nato ad Ancona nel 1973, cresce a Milano dove all’età di 18 anni inizia a frequentare il corso di Pittura di Diego Esposito all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Ventenne e ancora studente, dopo alcune positive occasioni espositive, si avvia la sua originale carriera artistica, arrivando a lavorare, da lì a un anno, con galleristi come Sergio Casoli, Gian Enzo Sperone e Claudia Gian Ferrari.
Il poliedrico e multiforme linguaggio che già emerge dalla sua prima produzione artistica, è qualcosa che non ci si aspettava negli anni 90, è un impasto audace tra fervida immaginazione, abile e versatile capacita del fare e un attenta passione per l’arte, con cui sovverte, con gioia e furia, ogni regola, incominciando da quelle delle tecniche artistiche più classiche, come disegno, scultura, fotografia, e a quelle multimediali, come video, installazioni, performance e realtà aumentata.
Il suo approccio dissacrante con la contemporaneità lo ha portato a contraddistinguersi nel corso della sua carriera, rinunciando ad un posto sicuro e controllato nel panorama artistico, per situarsi su un livello indipendente e agire oltre al manierismo del nostro periodo storico, producendo opere e progetti incomparabili, anticipatrici per contenuti e forma.
La sua attività artistica nasce professionalmente nel 1993 vincendo il premio WELLA. Tra i suoi primi lavori, realizza una serie di sculture – da miniature a grande formato – che si caratterizzano per l’estrema accuratezza del segno e per l’originalità dei materiali usati: sapone, liquirizia e grafite, come ad es. Re Sapone (.1) e Ritratto in Trofeo (.2).
Nel corso degli anni l’artista evolve costantemente la sua produzione. Confrontandosi con materiali e linguaggi diversi, riflette sui fenomeni sociali contemporanei e dà forma ad una propria iconografia della vita. Al 1999 risale l’opera Così Come Ero, Madre (.3), caratterizzato da una serie di sculture che l’artista realizza servendosi di materiali recuperati attraverso processi di decostruzione di vari oggetti ed indumenti appartenuti negli anni ’70 alla madre, conseguendo il fine utopico di restituire l’identità originaria ai materiali dei quali la produzione industriale si impossessa. Appartiene a questo ciclo la scultura Biennale (.4), realizzata con carta ottenuta stracciando cataloghi della Biennale di Venezia a cui Papa ha dato la forma di tronchi di legna da ardere.
Nello stesso anno, per un breve periodo, Papa frequenta a Vienna lo studio Franz West, osservando da vicino tutti i modi e i metodi che presiedono la produzione delle opere del famoso artista austriaco. Poco tempo dopo è invitato da West ad esporre in una mostra curata da lui a Zurigo. Per quella occasione l’artista realizza Orfanotrofio Franz (.5) lavoro composto da una doppia installazione, Orfanotrofio Positivo e Orfanotrofio Negativo, che riproduce il dormitorio di un orfanotrofio, con alcuni lettini e due grosse clave.
Dopo l’eserienza austriaca Marco Papa s’interessa al potere evocativo degli oggetti, decostruendo e rielaborando gli stereotipi fashion, chic, glamour e VIP veicolati dai media e dalle tendenze del momento per raccontare la messa in scena che si crea attraverso i meccanismi di fascinazione verso le immagini, in opere come Immagini Dipinte (.6). Centrale, nella sua riflessione, rimane sempre la dimensione umana ed esistenziale. Our Black Moment, The Keeper e Auto Sacrifice (.7 .8 .9) costituiscono una trilogia di progetti composti da disegni, installazioni e video che l’artista elabora proprio su questi temi: sono opere realizzate in set cinematografici in tempi e luoghi diversi durante mostre e rassegne internazionali. In questa serie di opere, in particolare, l’artista opera una riflessione sui meccanismi che presiedono la formazione del linguaggio pubblicitario.
Ciò che resta a Franco (.10) è un opera che ritrae il collezionista filantropo Franco Marinotti mentre osserva una stampa fotografica in cui il soggetto è una macchia di grafite presente sul sedile di un’auto. L’opera è il risultato di un processo che spesso si innesca automaticamente in questo ciclo di lavori: anni prima Marinotti, inconsapevolmente, si era macchiato il cappotto appoggiandosi ad un’installazione di Papa e aveva sporcato a sua volta il sedile della propria vettura. Ogni volta che utilizzava quel cappotto e saliva in macchina la macchia ricompariva, costringendolo a pulirla. Solo con uno sforzo mnemonico, tempo dopo, riuscì a mettere in relazione la macchia con l’installazione Cusotodire ciò che non c’è, The Keeper di Marco Papa, realizzata al Palazzo dell’Arengario di Milano.
Nel 2002 Papa realizza l’installazione onirica Where’s Love (.11) in cui mescola pittura, performance e video, per esplorare visceralmente alcune vicende sentimentali della sua vita privata. Altra opera di simile sensibilità è Non puoi Dimenticare (.12), realizzata nel 2005. In questo caso si tratta di una sella scolpita in grafite, installata con 4 disegni anch’essi in grafite. Queste opere sono inserite in cornici e supporti di legno e corteccia di pino marittimo.
Già dagli anni ’90 Papa sviluppa un crescente interesse rivolto all’indagine sulla vita di persone realmente esistite ed, in particolare, di persone la cui storia sia stata segnata dal paradosso e dalla crisi, dal successo e dalla rovina. Papa indaga sull’identità originaria dei soggetti che sceglie e riflette sui condizionamenti sociali e culturali che hanno indotto la loro sorte.
Nel progetto Dancing on the Verge (.13) iniziato nel 1999, primo atto di Trilogy On The Verge, Marco Papa coinvolge l’attore Gene Anthony Ray – alias Leroy Johnson, protagonista del film Fame di Alan Parker e della serie tv Saranno Famosi – in un progetto struggente nel quale il ballerino-attore americano accetta di mettere in gioco la parabola drammatica della propria vita attraverso una serie d’installazioni, performance, video e disegni che sono stati raccolti e pubblicati nel libro Dancing on the Verge, edito da Charta nel 2006.
Nel 2007 Papa vince la X edizione del Premio d’Arte Contemporanea Ermanno Casoli, promosso dalla Fondazione Ermanno Casoli e dal Gruppo Elica, con un’installazione collegata al progetto Dancing on the Verge.
Nello stesso anno Papa presenta a Roma un nuovo progetto dedicato a Pino Pascali: Cerchio di Fuoco – indagini sull’eternità di Pino Pascali (.14) (il progetto è stato ideato nel 2004 ed è tuttora in progress). Questo lavoro analizza con particolare intensità le dinamiche della scena artistica italiana, dalla nascita dell’Arte Povera ad oggi. Nel 2008 ritrae l’artista Enzo Cucchi nelle vesti di imperatore – marionetta nel contesto dell’opera Con tutto il mio io Obbediente (.15), riflessione sulla corrente artistica della Transavanguardia e sull’identità e gli obiettivi di un artista.
Già dal 2006, e fino al 2010, Marco Papa è ideatore del progetto Adele-C (.16), un’azienda di design creata con Adele Cassina di cui Papa è socio di impresa. L’artista utilizza lo spazio aziendale riservato alla comunicazione per raccontare la storia di Adele Cassina, figlia di Cesare Cassina e testimone, più di 50 anni fa, della nascita del design Italiano. Nell’ambito di questo progetto il linguaggio narrativo utilizzato normalmente per le campagne di marketing si trasforma da semplice strumento pubblicitario ad opera d’arte, caricandosi quindi di contenuti etici ed estetici, riportando l’arte come unico strumento comunicativo e fondativo d’impresa. Nel 2010, per divergenze con la socia d’impresa, il progetto artistico Adele-C decade e si conclude, gran parte degli artisti invitati a disegnare la collezione d’arte seguono Papa nella chiusura del progetto.
L’ossesione dell’artista verso gli oggetti che l’uomo crea e utilizza ha indotto Marco Papa a recuperare i disegni del ciclo Immagini Dipinte (interventi in grafite su pagine strappate da cataloghi e riviste d’arte, design e moda, realizzati a partire dal 1996) e a riformularli tridimensionalmente come nucleo organico di forme in carbonio–grafite nella serie scultorea Oggetti Dipinti (.17 . 18). In questa serie di opere Papa si concentra sulla praticità di ciascun oggetto e sulla sua compatibilità con il più vasto numero di anatomie umane possibili, utilizzando le tecniche classiche della scultura per la lavorazione dei modelli e una tecnologia industriale all’avanguardia per la produzioni degli esemplari. Nell’intenzione dell’artista le sculture della serie Oggetti Dipinti sono anche potenziali matrici di una serie illimitata di oggetti compatibili con le dinamiche del quotidiano, rientrando nella produzione del design industriale. Fra i lavori di questo nucleo, Papa realizza nel 2011 La Sorgente della Matrice Dipinta (.19), installazione dedicata a Claudia Gian Ferrari – sua primaria gallerista e affezionata collezionista – in cui, per la prima volta, sono presentati insieme i vari materiali utilizzati dall’artista fin dai suoi esoridi.
Segue, nel 2013, Coniugi Project (.20), una grande installazione con performance realizzata nel contesto del Fuori Salone del Mobile di Milano – in un evento speciale di Ventura Lambrate Project. Nel 2014 Marco Papa realizza a Pantelleria la performance L’Uomo nella Roccia (.21) , appartenente al progetto L’Uomo negli Elementi. Marco Papa ha scolpito una seduta nella pietra lavica propria dell’isola, la Pantellerite. La roccia è l’elemento scolpito in un atto performativo dell’artista e del pubblico che, coinvolto in un vero e proprio atto “fluxus”, era chiamato a testare sul proprio corpo la seduta e ad indicare all’artista, in base alla propia anatomia, dove scolpire la materia per realizzare un trono con un’ergonomia perfetta per più persone.
L’opera performativa Varo Meta Gondola Fisica Redentore realizzata in occasione della Festa del Redentore del 15 Luglio 2017 a Venezia, riavvia il progetto Trilogy On The Verge, con il secondo atto Fighting On The Verge, in cui è coinvolto il celebre pugile Mike Tyson.
L’Opera/Gondola apre la retrospettiva sul lavoro dell’artista, dal titolo Disegno Realtà / Drawing Reality, presso l’Ex Stabilimento Florio Le Tonnare, Favignana, in collaborazione con il Polo Museale di Trapani.
Marco Papa was born in Ancona in 1973, grew up in Milan and at the age of 18 enrolled in Diego Esposito’s painting course at the Brera Academy of Fine Arts.
At age 20 while still studying, after several successful exhibitions, began his artistic career showing with gallerists such as Sergio Casoli, Gian Enzo Sperone and Claudia Gian Ferrari.
His eclectic and many faceted language that would emerge from these early works were unexpected even in the 90’s. Marco used an audacious melange of fervent imagination, ability and versatile capability in hand crafting. He possessed a careful passion for art upsetting every rule with joy and fervor beginning with the more classic artistic techniques as in drawing, sculpture and photography as well as those in multimedia such as video, installation, performance and augmented reality.
His desecrating approach with contemporaneity brought him to be distinguished in the course of his career, as renouncing a secure and controlled place in the artistic panorama in order to be independent and act beyond the mannerism of our historic time frame, producing work and projects incomparable and forward for their content and their form.
His professional artistic career began in 1993, when he was awarded the WELLA prize. Among his early works he realised a series of sculptures – ranging from miniatures to large sized – which are characterized by the extreme accuracy of the sign and by the eccentricity of the materials: soap, licorice and graphite, such as King Soap (.1) and Portrait in Trophy (.2). Over the years he continuously evolves by confronting himself with different materials and languages, the artist reflects on the contemporary social phenomena and forms his own iconography of the life. The 1999 project Such as I was (.3) is characterized by a series of sculptures that the artist created by using materials recovered through the deconstruction processes of various objects and clothing, to achieve the utopian aim of reestablishing the original identity to materials of which industrial production carelessly takes possession. The sculpture Biennial (.4) belongs to the same series. It is made of paper obtained by tearing up catalogues of the Venice Biennale which Papa then has shaped as logs for firewood.
In the same year, for a short period of time, Marco Papa attended Franz West’s studio in Vienna, therefore having the opportunity to closely observe all the handcrafting and industrial techniques and processes behind the production of the famous Austrian artist’s works. Shortly after, Franz West invited Marco Papa to an exhibition organised by him in Zurich. For this event Papa realised Franz Orphanage (.5): this work is composed by a double installation, Positive Orphanage and Negative Orphanage that reproduces the dormitory of an orphanage, with some cribs and two big clubs.
The artist is interested in the evocative power of objects, he deconstructs and rethinks chic, glamour and VIP stereotypes conveyed by both the media and the current trends, to tell us about the mise-enscene that is generated through the fascination principles towards images, in works such as Painted Images (.6). The artist’s reflections are always focused on the human and existential dimensions. Our Black Moment, The Keeper and Auto Sacrifice (.7 .8 .9) is a trilogy of projects composed of drawings, installations and videos that the artist develops precisely on these themes: they are works created in film sets, in different times and places far from each other, during international events and exhibitions. In this series of works, particularly, we are in the presence of a seek for a reflection on the operating principles that are standing behind the development of the language of advertising.
What remains to Franco (.10) is a work that portrays the collector and producer Franco Marinotti while he is observing the photograph with a stain of graphite on a car seat. The work is the result of a process that is often triggered automatically in this cycle of works. Years before, Marinotti, unconsciously, stained his coat by leaning on one of Marco Papa’s installations, which then dirtied the seat of his own car. Failing to understand the cause of this fact, which happened every time he used that coat and climbed into his car – being forced to clean up afterwards, he had to stop and think about what was happening. By a mnemonic effort he recalled the cause of such event: the installation Keeping what is not there, The Keeper realized in Milan at Palazzo dell’Arengario by Marco Papa.
In 2002 Papa realized the dreamlike installation Where’s Love (.11) in which he mixes painting, performance and video aiming to thoroughly explore some sentimental events of his private life. Another work having a similar extent of sensitivity is You can not Forget (.12) , realized in 2005. This work consists of a saddle carved into graphite, installed together with 4 drawings, also made of graphite. These works are inserted in frames and supports made of wood and maritime pine bark. Over the years Papa develops an increasing interest in the research on the lives of people who really existed and, in particular, of people whose history has been marked by paradox and crisis, by success and ruin. Papa investigates on the original identity of the individuals that he chooses and he reflects on the social and cultural influences which aroused their fate.
In Dancing on the Verge (.13) Marco Papa involves Gene Anthony Ray – aka Leroy Johnson, the leading actor of both the film Fame by Alan Parker and the related TV series – in a poignant project in which the American dancer and actor agrees to put into play the dramatic parable of his own life, through a series of installations, performances, videos and drawings. These have all been collected in the book Dancing on the Verge, published by Charta in 2006. In 2007 Papa won the tenth edition of the Ermanno Casoli Prize for contemporary art, promoted by the Ermanno Casoli Foundation and the Elica Group, with an installation related to the project Dancing on the Verge.
In the same year the artist presents in Rome a new project dedicated to Pino Pascali: Ring of Fire – investigations on Pino Pascali’s eternity(.14) (the project was conceived in 2004 and it is still in progress). This work analyzes with particular intensity the dynamics of the Italian art scene, from the birth of Arte Povera till today. In 2008 Marco Papa portrays the artist Enzo Cucchi in the guise of a puppet-emperor in the context of the work With all Myself Obedient (.15), which is a reflection about the artistic movement of the Trans-avantgarde and on the identity and targets of an artist.
Already since 2006, and until 2010, Marco Papa is the creator of the project Adele-C (.16), a design company created in this way for Adele Cassina of which Papa is also a business partner. The artist uses the company’s area reserved for communication to tell the story of Adele Cassina, daughter of Cesare Cassina and witness, more than 50 years ago, to the birth of the Italian design. Within this project the narrative language normally used for marketing campaigns is transformed from a simple advertising tool to artwork, then loads of ethical and aesthetic contents. In 2010, because of disagreements with the partner Adele Cassina, the artistic project Adele-C ceases. The artists invited to design the collection follow Marco Papa out of the company and the artist’s project ends.
The permanent interest of the artist in the objects that man creates and uses has led Marco Papa to recover the drawings of the cycle Painted Images (interventions with graphite on pages torn from art, design and fashion catalogues and magazines, made since 1996) and then reformulate them three-dimensionally as an organic core of carbonfiber-graphite forms in the sculptural series of Painted Objects (.17 . 18) . In this series of works Papa focuses on the praticality of each object and its compatibility with the largest number of human anatomies, using classic techniques of sculpture for the processing of the models and industrial state-of-the-art technology for the production of the specimens. According to the artist, the sculptures from the series Painted Objects are also potential moulds of an unlimited series of objects compatible with the dynamics of everyday life falling within the field of industrial design. Among the works of this series, Papa realizes in 2011 The Source of the Painted Matrix (.19), an installation dedicated to Claudia Gian Ferrari – his primary dealer and fond collector – in which all materials he used since his start are esposed, In 2013 the artist conceived Spouses Project (.20), a huge installation with performance realized in the context of the event Fuori Salone del Mobile of Milan – in a special event of Ventura Lambrate Project. In 2014 Marco Papa realizes in Pantelleria The Man in the Rock (.21), a performance that belongs to the project The Man in the Elements. Marco Papa has carved a seat using Pantellerite, the lava rock that is unique to Pantelleria. The rock is the element and it is carved both by the performative act of the artist and by the public, who has been involved in a real “fluxus” act, being called to test on his own body the seat and to indicate where the artist had to sculpt, in order to realize a trone with the widest possible range of ergonomics.
Following the performance Varo Meta Gondola Fisica Redentore, which took place in occasion of the Redentore celebration in Venice on July 15th 2017, a retrospective on the artist’s work, entitled Disegno u / Drawing Reality, will be held at The Ex Stabilimento Florio Le Tonnare in Favignana, in cooperation with the Trapani Museum Center.